I Buñuel sono un progetto nuovissimo,ma tutti i suoi componenti non sono di certo nuovi sulla scena underground: Xabier Iriondo degli Afterhours alla chitarra Franz Valente e Pier Paolo Capovilla del Teatro degli orrori alla batteria e al basso decidono di registrare in pochi giorni un disco strumentale da inviare in America a Eugene S. Robinson, storico cantante dei Oxbow, per fargli incidere le voci;esce così un disco che in termini di impatto sonoro sulla scena italiana non si vedeva da tempo,”A resting place for strangers” seguito da un tour che vede come unica data al sud Italia il 4 febbraio al Sound Music Club a Frattamaggiore.
Il Sound Music club è un piccolo paradiso nascente per la musica italiana: in una realtà appiattita dal dilagare di tributi e cover band si sta affermando un nuovo ritrovo della musica underground e inedita,che vede una programmazione quanto mai vasta e trasversale.
Altri punti a favore sono il parcheggio agevole (per chi esce a Napoli è un incubo costante) e la spaziosità del posto,dotato di una sala bar con tavoli e un altra, ben sonorizzata, apposita per concerti, con un bel palco, camerini e un grande impianto: insomma un posto così in città non so se si vedrà mai!
Alle 11.30 spaccate Xabier sale sul palco, si posiziona davanti al suo enorme amplificatore e inizia a suonare uno strumento da lui costruito vagamente simile ad una chitarra senza manico e senza tasti, prima con le mani poi con una spugnetta abrasiva.Successivamente arriva Eugene, un uomo di colore enorme ed imponente, con lo sguardo agghiacciante, scende dal palco e stacca, tra grida ed applausi, le corde che tenevano a debita distanza il pubblico. C’erano più di 100 persone e una cinquantina si sono accalcate sotto di lui. A quel punto inizia a cantare: sarebbe riduttivo considerare la sua voce come una pure espressione di rabbia. Io ci ho sentito gridare tutta la frustrazione di secoli di schiavitù e persecuzioni razziste, in una manciata di pochi secondi. E gridava per tutte le vite costrette ancora nei ghetti, in reclusione ai margini della società; è stato un momento molto emozionante.
Franz si siede dietro la sua batteria con cassa 26, sfoderando le sue bacchette dal diametro di 10 cm. Ed infine è il turno di Pier Paolo che, acclamatissimo dai suoi fan, prende il basso tra le mani. Quando iniziano a suonare tutti insieme sembra di stare in guerra: si alternano brani veloci di natura punk -hardcore ad altri più lenti dal sapore più stoner e noise-rock. Chi seguiva gli Oxbow ha notato molte analogie sia nello stile dei pezzi che nella aggressività della performance, con molti parti improvvisate e un finale puramente noise, in cui basso e chitarra vengono scordati creando un effetto di glissati e dissonanze.
Il pubblico forse non è più abituato a concerti così:in un live travolgente in cui si sarebbe dovuto “pogare” dall’inizio alla fine,la maggior parte delle persone sono state inermi durante per la maggior parte della performance.
Il concerto è durato poco più di un ora e la serata è finita all’una e mezza.
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0 Comments on Buñuel @ Sound Music Club 04/02/16
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